BODRUM, ENZO IACOPINO: “LA MORTE DI UN BIMBO PUÒ SCUOTERE LE COSCIENZE”

Enzo Iacopino (fonte foto:  espresso.repubblica.it)
Enzo Iacopino (fonte foto: espresso.repubblica.it)

di Enzo Iacopino*

Come prima reazione, ho provato vergogna nel vedere pubblicata la foto di un bimbo, faccia in giù nella sabbia, il corpo senza vita rivolto verso l’acqua del mare (la libertà per i suoi sogni, quelle onde). Sembrava dormisse, sulla spiaggia di Bodrum in Turchia che vede presenti, tra tanti, migliaia di turisti italiani.
Non è una violazione della nostra Carta di Treviso la cui finalità è tutelare lo sviluppo psicofisico del minore. Non lo avrà quel soldino di bimbo uno sviluppo. Glielo ha tolto il modo cieco, barbaro, superficiale di affrontare questo esodo verso la speranza.
Certo, un minore può restare turbato da quella foto (pubblicata solo da alcuni quotidiani). Ma perché, gli adulti, noi “grandi” possiamo rimanere indifferenti? Siamo oltre la Carta di Treviso: sconfiniamo nella assoluta mancanza di pietà umana, affidata, come emerge da un’altra foto, solo alla tenerezza che usa un poliziotto turco nel raccogliere quel corpo senza vita.
Ho taciuto perché la collera (e il mio brutto carattere) mi avrebbe portato a un commento violento.
Così la ragione ha avuto il tempo di farsi largo nella tempesta dei sentimenti.
No, quella foto non l’avrei pubblicata. Non ne avrei avuto il coraggio.
Ma se l’averlo fatto riesce a mobilitare coscienze, facendo strame delle opposte demagogie, beh allora la morte di quel bimbo resterà una macchia indelebile nella coscienza di molti, ma forse potrà produrre qualcosa di positivo.
Basta non essere ciechi, sordi.
È “l’ultima occasione”, come scrive Mario Calabresi sulla Stampa, per verificare se l’Europa è all’altezza della sua dichiarata civiltà.

*presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti

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