LE IDIOZIE SOMMERSE DI FRANCESCO SCHETTINO

Le verità sommerse fotodi Francesco Castaldi

Da uomo, prima che da giornalista, mi chiedo come sia possibile dare ancora credito e risalto mediatico a un personaggio – Francesco Schettino – responsabile della morte di trentadue poveri innocenti. Mi domando, inoltre, con quale coraggio l’editore del suo “romanzo” – scritto a quattro mani con la giornalista Rai Vittoriana Abate – ne abbia approvata la pubblicazione. Ma dopotutto, perché stupirsi? Siamo in Italia, un paese dove più la tragedia è grande e più ci si sente in dovere di speculare, anche e soprattutto attraverso l’editoria.

Trovo senza mezzi termini scandaloso che la nostra isola, per l’ennesima volta, conceda spazio e visibilità a un uomo che farebbe molto meglio a nascondersi e a tacere. E invece, per mero interesse pubblicitario (e dunque in barba al dolore dei parenti delle vittime) l’hotel Manzi di Casamicciola ha deciso di ospitare la presentazione del volume in questione, dal titolo “Le verità sommerse”, edito dalla Graus Editore, che si svolgerà sabato 22 agosto alle ore 21:00, alla presenza degli autori, del docente di diritto dell’informazione Cataldo Calabretta, della criminologa Roberta Bruzzone e dell’ammiraglio Vito Minaudo.

In tutta franchezza non riesco a comprendere quale contributo possa dare alla collettività un siffatto incontro, che evidenzia ancora di più il provincialismo di certe trovate editoriali che ritengo assolutamente ripugnanti. Mi chiedo quali idiozie sommerse debba ancora tirar fuori Schettino dal suo cilindro, e al tempo stesso mi domando fino a che punto sia deontologicamente corretto spingersi quando si raccontano simili disgrazie. Secondo il mio personale punto di vista, il libro di Schettino e di Vittoriana Abate rappresenta un ennesimo, indegno schiaffo, che lede enormemente la memoria di chi in quella notte perse la vita.

Non sarò presente all’incontro del 22 agosto, perché sono dell’avviso che il nome di Ischia non debba legarsi a tali personaggi, che per sordido esibizionismo hanno confezionato a tavolino uno scritto che getta fango sulla memoria delle trentadue vittime. Ai miei colleghi l’invito a disertare questa presentazione. Certi personaggi meritano soltanto l’oblio, non di certo i flash dei fotografi e l’attenzione della stampa.

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