PROCIDA RICORDA MASSIMO TROISI, VENTUN ANNI FA LA PRESENTAZIONE DE ‘IL POSTINO’ A VENEZIA

Il PostinoPROCIDA (c.s.) – Massimo Troisi ci ha lasciato con il  film “Il Postino”, presentato alla Mostra di Venezia nel 1994, il suo testamento spirituale ed artistico, oltre ad un gran vuoto in tanti di noi per la sua prematura scomparsa, avvenuta proprio pochi giorni dopo la fine della lavorazione del film.

La sua stella avrebbe continuato a brillare non solo nel firmamento del cinema ma soprattutto nel cuore di quanti lo hanno amato per le sue favole metropolitane ricche di poesia, per il suo sapiente sorriso  sospeso sempre tra malinconia e  speranza, per la sua comicità sofferta e sagace.

Il suo ricordo è ancora vivo nel cuore dei procidani che per alcuni mesi hanno goduto della sua presenza sull’isola dove egli volle girare molte scene del film.

Grati per aver scelto Procida  come una delle  location fondamentali per la sua storia, gli hanno idealmente dedicato  una spiaggia, quella del “pozzo vecchio” dove sono state girate le scene indimenticabili in cui “il postino Massimo” registra la musica del mare.

E l’isola di Procida, già conosciuta in Europa grazie a Lamartine e al suo romanzo “Graziella”, e poi per il famoso libro di Elsa Morante “L’isola di Arturo”, diventerà in tutto il mondo per Troisi anche “l’isola del Postino”.

Magia di un film che oltre alla vittoria dell’Oscar per la musica, ci farà innamorare di Pablo Neruda, un grande poeta sconosciuto a tanti, che diventerà per Troisi uno dei poeti oggi più popolari.

Il popolo di Procida sente ancora oggi  una grande riconoscenza  per l’artista Massimo Troisi, riconoscenza che non va certamente colmata con un nuovo premio o con qualche targa; sarebbe un niente di fronte alla sua grande genialità artistica che ha saputo toccare il vertice proprio perché nelle sue opere ci ha sempre partecipato le note più intime della sua anima. E donare l’anima, come diceva una grande donna del novecento, è il dono più grande che un artista possa fare all’umanità. A noi tutti, quindi, raccogliere questo dono e farlo fruttare nella nostra vita. Solo così potremo pagare quel debito d’amore che sentiamo nei suoi confronti.

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