SCHETTINO A ISCHIA, UMBERTO MALTESE: “IL PROCESSO È DA RIVEDERE”

(fonte foto: www.ischiablog.it)
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di Umberto Maltese*

A proposito della presentazione del libro di Schettino a Ischia e delle polemiche che ne scaturiscono, a mio parere il processo mediatico continua! Ci ha sguazzato persino lo Stato con un frettoloso quanto truffaldino processo, fortemente carente di indagini e per finire, con una delirante commistione di ambiti come il caso dei Consulenti dell’accusa, in gran parte appartenenti all’Autorità Marittima, svolgendo contemporaneamente i ruoli di “controllore” e “controllato”. Invero, per chi conosce gli atti di causa come chi scrive ed è pure un addetto ai lavori, non può negare che l’Autorità Marittima ha delle grosse responsabilità concausali nel naufragio. Così come non può sfuggire che nel sinistro vi siano stati vari livelli di responsabilità, ad incominciare dal team bridge, ovvero dei collaboratori diretti del comandante, in particolare del Primo Ufficiale che – come emerge dagli atti – non si è attenuto alle disposizioni del comandante laddove non ha effettuato l’accostata, ritardandola, in dispregio alla rotta pianificata alla partenza della nave che se rispettata, avrebbe consentito la effettuazione del c. d. “inchino” in sicurezza e secondo le norme internazionali (0,5 miglia dal Giglio), così come disposto dal comandante prima di iniziare il viaggio, ai sensi del Dlgs. n. 28/2000.

Altre responsabilità concausali si riscontrano a vari livelli dell’equipaggio e del management della Costa Crociera, non ultimo la frettolosa quanto sospetta demolizione del relitto. Dato l’esiguo spazio non elencherò dette cause ma devo ricordare in proposito almeno due cose: che secondo l’art. 27 della Costituzione la responsabilità penale è personale (ne deve rispondere chi ha commesso il fatto), mentre sempre l’art. 27, c. 2 recita che vige la presunzione d’innocenza sino a condanna definitiva, al fine dei vari gradi di giudizio. Infine, in ordine a alle responsabilità concausali su citate, l’art. 40 del Codice Penale recita che “Non impedire un evento, che si ha l’obbligo di impedire, equivale a cagionarlo”. Ordunque, al netto delle singole responsabilità, se la responsabilità penale è personale,mi parrebbe ovvio che Schettino fosse condannato per le sole colpe oggettive che eventualmente gli verranno riconosciute al termine dei vari gradi di giudizio, con condanna definitiva.

Con tutto il rispetto per le vittime del naufragio, il processo è tutto da rivedere, mentre le cazzate che occupano fiumi d’inchiostro sono frutto dell’incompetenza e voglia di processo mediatico che non rappresenta vera giustizia, ma solo offesa alla più elementare giurisprudenza. Grave che dei sindaci prendano le distanze da un legittimo diritto garantito dallo Stato e trincino – loro che dovrebbero essere garanti della legalità – giudizi nel merito senza minimamente conoscere gli atti, per altro senza aspettare una sentenza definitiva. Così come pure qualche albergatore. Dagli uni e dagli altri, non ho però sentito minimamente alzarsi alcuna voce di scandalo per i tanti camorristi alloggiati a Ischia in queste settimane, questi si con condanne definitive per vari reati e persino omicidi. Alla faccia del falso garantismo e della legalità!

*Capitano Superiore di Macchina e Consigliere Nazionale USCLAC/UNCDiM/SMACD

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